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VIAGGI E NUOVE CONSAPEVOLEZZE
I viaggi hanno tanti modi di svolgersi: per mare, per terra, nel tempo, nella storia. Pure il cammino nell’interno di se stessi è un viaggio, lungo e paziente. Marcel Proust diceva: “Il vero viaggio non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
Italo Calvino in Le città invisibili immaginava un colloquio tra il Kublai Khan e Marco Polo.
“Viaggi per rivivere il tuo passato?” Era a questo punto la domanda del Kan, che poteva anche esser formulata così: “Viaggi per ritrovare il tuo futuro?”.
E la risposta di Marco: “L’altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non avrà avuto e non avrà”.
Ogni cammino intrapreso quindi ha un senso e uno scopo. Ogni disavventura è un pezzo da aggiungere al più grande quadro della coscienza.
Negli Annali OSM (2, 181) si ricorda proprio una nuova consapevolezza legata a un viaggio e a un miracolo della SS. Annunziata. Protagonista fu Ruperto Sforzi di Pescia, un mercante che fece naufragio con la nave. Perse l’imbarcazione e la merce e anche egli stesso fini sott’acqua. In quella grandissima disgrazia, gli accadde ancora di peggio. Nuotando per salvarsi la vita, fu preso schiavo. Giunti i pirati, venne tirato a bordo, legato con una catena e serrato in un carcere tetrissimo. Era un monito da Dio, perché se nella prosperità aveva maturato un cuore arido, nelle avversità aveva l’opportunità di ritrovarlo integro. Infelice, conobbe in sé un sentimento da tempo perduto: la pietà. Pensò molto anche alla Madre di Dio Annunziata e alla devozione verso di lei. Le raccomandò la sua disgrazia e fece il voto che se fosse fuggito libero, si sarebbe presentato celermente alla SS. Annunziata, nudo come era stato catturato. Fatto il voto, si sentì subito libero dalle catene e dal carcere e, ritornato in patria, sciolse la promessa.
Autore dell'articolo: Paola Ircani Menichini